5 COSE DA SAPERE SUGLI INGLESI

3 Settembre 2014

1. Leviamoci subito il dente.
Non usano il bidet, e non lo fanno perchè sono cattivi, ma perchè proprio non ce l’ hanno, e la cosa grave è che nemmeno ne sentono il bisogno, che Dio li abbia in gloria.
Una volta una ragazza francese mi disse, in maniera anche piuttosto sostenuta, che chi non aveva il bidet era di per se più pulito di tutti gli italiani che tanto lo bramano quando vanno all’ astero, perchè chi non ha il bidet “se prendre sa douche une fois par jour”.
Ora, una volta per tutti e col senno di poi, fatemi dire una cosa: e sti cazzi!

2. In generale sono confusi.
C’è da dire che il tempo non gli aiuta affatto, ma temo che abbiamo completamente dimenticato il significato di alcuni contrari, alle volte assai intuitivi, quali estate e inverno, caldo e freddo, piovoso o soleggiato.
Ho visto persone in tshirt e altre con il piumino, ad agosto, nella stessa metropolitana, lo stesso giorno, alla stessa ora, manco fossimo stati a viareggio a luglio.

3. Non temono nulla perché nulla li spaventa.
Per dire, hanno posti carinissimi dove assaporare colazioni che profumano di casa, avvolti dall’ aroma tostata di deliziosi caffè da consumare con bread, butter and jam, tutti insieme, intorno a una grande tavolata.
Braccia di sconosciuti che si intrecciano per raggiungere i vasetti di marmellata, riccioli di burro avvinti a coltelli che poi si intingono nel miele e dopo ancora nella nutella, in una contaminazione di sapori, colori e microbi.
Tutto così familiare e caldo da rendere spontanea pure la lettura, tra un boccone e l’ atro, di almeno un centinaio di pagine, che so… di un romanzetto tipo Infinte Jest di Wallace.
E per loro non fa niente se alla tavolata ci sono oggettivamente troppe persone, abbarbicate con zaini, tablet, libri e moleskine, che lì rimangono per ore senza preoccuparsi di chi arriva dopo con una tazza incandescente tra i polpastrelli.
Lo spazio vitale per un inglese può ridursi davvero a poco, e una linguetta di tavola grezza tutta sporca di burro e zucchero può essere addirittura sufficiente per una tazza di caffè, un piatto con pane burro e marmellata e un gomito col quale puntellare un avambriaccio teso come un leggio a sorreggere I Fratelli Karamazov, aperti alla pagina 234… perchè loro hanno un certo aplomb.
Sono asceti metropolitani.

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4. E’ vero, non gesticolano, le braccia potrebbero addirittura non averle, ma quando parlano Dio solo sa cosa fanno con gli occhi.
Ci ridono, chiedono attenzione per l’ imminente arrivo di una battuta, segnalano un pericolo, assaporano gusti, salutano.
Occhi empatici per gesti apatici.
Indubbiamente il troppo avrebbe stroppiato.

5. Correggono la tua pessima pronuncia, con gentilezza, senza fartelo pesare, lo fanno con amorevole cura come a volerti dire ”lo so che sei italiano e che per te è più facile rubare Il Ritratto dei coniugi Arnolfini di van Eyck al British Museum piuttosto che parlare un corretto inglese, ma sappi che io per questo non ti odio come farebbe un francese che fa finta di non capire neppure quando chiedi una baguette, che si dice baguette in tutto il mondo”.

Mi hanno conquistata questi inglesi.
I francesi no, s’era capito?

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