Che annuale significhi 12 mesi è un brutto fatto.

Che durerò, più o meno, come un gatto sull’ Aurelia è un probabile fatto.

Non entro in una palestra dal 2000, si dal 2000… c’era sempre la lira.

Lo ammetto il vizio mi è rimasto, anche ora… ad esempio, al supermercato, compro qualcosa che mi serve, lo metto nel carrello, poi ci ripenso e ne prendo sempre due… dicendomi: e se poi arrivassero ospiti all’ improvviso?!?!?

Anche quella volta feci così.
Sebbene solo a parlarne mi venisse l’ orticaria,  A. mi aveva convinta ad andare in palestra, e mentre lei decise di provare con un  abbonamento mensile per la ginnastica correttiva,  io mi sparai subito  un annuale full optional, e da tanto che mi videro motivata e covinta,  mi regalarano pure due mesi gratis.
14 lunghissimi mesi,

di difficoltà,

fatiche,

vergogna,

e umiliazione,
ma lo scoprii solo più tardi.

Mentre giovani quarantenni si agghindavano per partecipare ai corsi come delle Jane Fonda mozzafiato, io timida ventenne, secca ma complessata, parevo sempre una suora vestita da palombaro.
Mi imposi piccole e chiare regole sulla scelta dei corsi da frequentare:
1. dovevano partecipare almeno 20/25 persone, essere in pochi in sala avrebbe potuto significare farsi notare dall’ istruttrice schizzofrenica frustata che, non essendo riuscita a entrare nei marines, aveva ceduto, per ripiego, al lavoro di istruttrice di molli adipi adagiati su corpi più o meno stanchi.
2. conquistare, con garbata nonchalance se possibile, ma anche con indemoniata virilità se necessario, solo e soltanto l’ ultima fila, e possibilimente, vicino alla porta o in aleternativa alla finestra, in modo da trovare una via di fuga qualora se ne dovesse presentare l’ occasione.
3. tenere ben presente che, l’ occasione per le quale potesse presentarsi la necessità di una fuga repentina,  sarebbe stata:
a. possibilità che l’ istruttrice decidesse di sceglirmi, quale cavia per spiegare un esercizio.
b. invito a fare balletti o esercizi a due.
c. sentore che le serie di addominali da fare potessero essere più di tre.

Un pochino ce la feci a resistere, anche se, perlopiù, mi ritrovavo a bocca aperta a guardare quelli che mi stavano intorno, fino a quando, come svegliandomi da un torpore improvviso, me ne accorgevo e allora, per non dare nell’ occhio, iniziavo freneticamente a lavorare, a caso.
C’ era un tipo che ad ogni addominale che faceva, urlava fortissimo uh… ma non un uh normale, un uh tipo… da film porno.
Una invece, che dicevano evesse picchiato la testa, veniva in sala vestita e poi piano piano si cominciava a spogliare rimanendo in reggiseno, per non parlare degli urletti che arrivavano dalla salla di step… yeah… dai… e poi, alla fine, si applaudivano sempre.
Mi sembrava di essere in un film di fellini.