POI SI CRESCE
Un ragazzo cinese che parlava a stento l’ italiano ha chiesto a mia nipote di scegliere il regalo dell’ happy meal.
Tra un librino sui pinguini e un drago nero con la coda rossa, che a dirla tutta sembrava più un pipistrello, mia nipote duenne ha scelto il drago.
Biondissima, con la pelle di porcellana e due due occhi neri, grandi e curiosi, che alle volte sembrano sorridere, mangiava e giocava con quel drago brutto con le ali che si muovono.
Le si è avvicinato Brolin, un bimbo che parlava un italiano ormai perfetto che il commesso cinese gli avrebbbe potuto chiedere lezioni, con la pelle nerissima, due occhi che sembravano due fanali e tanti denti perfetti che appena ha sorriso una fitta mi ha rinvenuto il dolore dei gommini dell’ apparecchio che ho portato per anni.
Fiero e pure un pò piacione le ha mostrato il suo drago nero, e le ha detto: guarda!
Lei ci ha pensato qualche secondo e poi mentre lui già se ne andava fuori a giocare gli ha urlato, siamo uguali.
Me lo devo ricordare, per sempre.
Perchè me lo sento, arriverà un giorno che ci chiederà come mai a Gaza continuano a massacrarsi, perchè in Ucraina si fanno la guerra, perchè in Iraq continuamo a bombardare o perchè in america un poliziotto bianco uccide un uomo di colore.
La foto originale è di Sara P., di repertorio ormai, e la pubblico senza che mio fratello mi abbia dato il permesso.
Ci sta che non ci si veda più, quindi.
4 Comments
wow.
Siamo uguali, è così facile e lampante. Dov’è che il mondo si blocca e non capisce?
non lo so proprio!
🙁
Lavorando stagionalmente con i bambini posso dire solennemente che sono mitragliatrici di cavolate; ma a volte dicono delle banalità tali da farti alzare le sopracciglia e guardare in faccia quella che è una banale ma verissima realtà.
Chiara for president!