TRA SOGNO E REALTA’

22 Settembre 2010

Questa notte ho dormito poco, ma male.
Ieri sera non riuscivo a prendere sono e mi giravo e rigiravo.
Una volta, un raro evento di tale portata, avrebbe significato troncare il letto fino almeno all’ una del pomeriggio del giorno dopo senza che nemmeno una terza bomba atomica, lanciata diretta sulla pieve san paolo, avesse potuto minimamente strapparmi dalle braccia di morfeo.
Attualmente, invece, la vecchiaia incombente mi impone ritmi innaturali e per me ancora incompresibili, ma tant’è…
Questa mattina, intorno alle 6.30, mi sono inspiegabilmente svegliata, così.. naturalmente, con l’ ansia che la sveglia non avesse suonato e che effettivamente fosse l’ una.
Sbottonato un occhio e come travolta da amnesia notturna, mi sporgo a guardare la sveglia dal letto, cioè letto-comodino… non so se mi spiego, sono almeno 50 cm e da una tale distanza identificare una lancetta, per un miope, potrebbe significare un miracolo.
Il miracolo notturno non era evidentemente accaduto, infatti non vedendo assolutamente niente, nemmeno il comidino.
Prendo la sveglia, la adagio sulla pupilla dell’ unico occhio sbottonato, ma… ancora nulla, allora la retroillumino, benedicendo la retroilluminazione, che inizialmente avevo snobbato, pensando fosse una cosa da nonni.
Ora, finalmente, una fievolissima lucettina illuminava due grosse lancette nere.
Le pile, forse, stavano terminando la loro linfa vitale.
Sorpresa di quali elaborate congetture riuscicci a fare alle alle 6.30 di mattina, definivo in poche mosse il piano B.
Andre la mia sveglia non va, che ore sono?
Senza nemmeno guardare e senza nemmeno svegliarsi mi dice
Le nove
Come le nove, ma che dici la mia sveglia dice le 6.30
mmm
Andreeeeee!
Sono le 6.40 che poi vuol dire che sono le 6.30
Ma che dici? la metti la sveglia, che la mia non va?
Per che ora?
Le 7.


Lui si è svegliato veramente alle 7 e quando ha provato a chiamarmi con gentilezza
saraaaaaa sono le setteeeeeee
io gli ho urlato
SCIO’


alle 7.45 se ne andato di casa e prima di uscire mi è venuto a dire che verso le otto avrebbe suonato l’ ultima sveglia.
Mentre lasciava la stanza lo sentivo balbettare qualcosa del tipo…
bello sentirsi salutare da una moglie con uno SCIO’… comunque!


In quel quarto d’ora ho dormito fondo, fondissimo, e ho pure sognato.
Ero in ufficio, e fuori dalla finestra vedevo una strada lungo mare, con tante macchine parcheggiate
Come mai tanta gente?
Stanno scioperando, solo li statali di Salonicco.
Li guardavo, ora li statali di Salonicco, con lunghi abiti colorati o jeans arrotolati alle caviglie, stavano cantando Let the Sunshine in riva al mare, seguendo perfettamente la coreografia originale di Hair.
Ributtata la testa dentro l’ ufficio, notavo con fastidio una televisione accesa.
Mi dava noia, la volevo assolutamente spengere.
Prendevo il telecomando e click.
Non si spengeva.
Ci riprovavo, click
click
click
Ma niente, e siccome a me macgyver m’ ha sempre fatto un baffo, staccavo la spina.
Ancora niente, guardavo incredula il presentatore del tg che con flemma leggeva le notizie
chiedevo aiuto
mi saliva l’ angoscia.


apro gli occhi
mi guardo intorno, sono sola in un letto matrimoniale
mmmm chi sono?
e perchè un letto matrimoniale?
sono forse sposata?
come mi chiamo?
che giorno è?
chi sta parlando?
un telegiornale?
dov’è la televisione accesa?


Poi un’ improvviso tracollo di bile, oh mio dio, la radiosveglia, il telegiornale delle otto, che ore sono?
le 8.15
o mamma le 8.15…
che poi sarebbero le 8.05?


via buona giornata,
in ritardo
anche a voi!


FROM FOTOLOG


    1 comment

  • Daniela
    22 Settembre 2010
    Reply

    ahahahahah…è impagabile leggere il tuo blog!!! tre minuti di sane risate e mi inchino di fronte a cotanta autoironia!!

    I miei ossequi!

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