NON CI SONO PIU’ LE MEZZE STAGIONI

12 Ottobre 2012



I luoghi comuni alle volte ci sono necessari.
E’ perchè ci rassicura che ci accocoliamo a loro, per sentirci a casa, per riconoscere qualcosa di familiare in quello che è spavenotasamente sconosciuto.
Trasformare ciò che ci circonda in qualcosa che domestico, ci rende mansueti, disponibili agli altri.
La convivenza non si impara, l’ attitudine all’ altro è una predisposizione d’ animo, che si nutre di amore.
Il tempo costringe la realtà in spazi innaturali, contrae le esperienze omologandoci nelle emozioni, senza rispettare il nostro naturale andamento.
I luoghi comuni sono la nostra ancora di salvezza.


Oggi sono a casa.
I riflessi dorati dei pomeriggi autunnali donano a ciò che mi circonda una luminosità inconsueta, che non conosco.
Le luci nelle case degli altri sono spente e rumori vivaci senza filtri si liberano dalle finestre aperte.
Tutto è un simulacro di ciò che mi è abituale solo di sera.
Persino mio marito.



Cara dormicchio 10 minuti, metto la sveglia alle 18.
Ma sono le 17,47
Cavolo allora posso dormire anche tredici minuti.
7 secondi di fase di veglia, 12 minuti e 53 secondi di sonno profondo.
18 in punto, suona la sveglia.
Un rumore fastidioso che disturba pure me mentre leggo.
Cara ora si che sono fresco come una rosa, scappo che ho da fare mille cose.

E’ proprio vero che “non si finisce mai di conoscere una persona”… mi ripeto e l’ ansia comincia a trasformarsi in qualcosa di sopportabile, di familiare.


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