LA NOTTATA NON ERA STATA CERTAMENTE TRANQUILLA

1 Giugno 2010

non so bene cosa fosse stato, ma un rumore sordo e persistente mi aveva infastidito il sonno, a tratti mi sembrava perfino che qualcuno mi stesse chiamando con sussirri velati dal tono un pò macabro…
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa

Compevolizzando l’ evidente stanchezza e il perdurare dello stress, non mi ero preoccupata, ma piuttosto mi ero ripromessa di trovare un pò di riposo nei prossimi giorni.
Girandomi nel letto riuscì finalmente a trovare posizione più comoda, e così ripresi a dormire.
L’ indomani, con la solita fatica mattutina, e con gli occhi ancora abbottonati, mi alzai.
Feci colazione velocemente, e via di fretta a preparami.
Mi Lavai, mi pettinai e mi truccai, poi un’ occhiata veloce all’ orologio e ancora, in volata a vestirmi.

Con decisione apri il cassetto.
La fatica che avevo inteso usare per quel gesto così familiare, risultò assai vana, poichè l’ ameno rifugio sembrava piuttosto leggero.


Sgranai gli occhi, non riuscendo a capire come fosse potuto succedere.
Il cassetto era vuoto.
Mi assalì l’ ansia e mentre la mente già viaggiava tra improbabili immagini di una caju in pigiama seduta alla scrivania del suo ufficio, nuovamente fui distratta da quei fastidiosissimi rumori che avevo sentito per tutta la notte.
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa

Di scatto mi girai,
nella stanza non c’ era nessuno.
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa

La greve voce sembrava provenire dal corridoio.
Mi tolsi una ciabatta havaianas e impugnata come un’ arma mi diressi verso la porta, guardandomi sempre alle spalle.
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa

Quello che dalla camera mi sembrava una lebile voce,
si faceva sempre più sostenuta
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa
Saaaaaaaaraaaaaaaaaaa

Di fronte a me le tre ante dell’ armadio del corridodio.
Sebbene le mani non riuscissero a rimanere ferme dal tremore e la paura condizionasse il mio istinto, con grinta spalcai un’ anta,
e lì,
tutto mi si palesò.


Oh Sara, no ti si voleva dì… quand’è che ci dai una stirata?
… fai conto che ci sono anche le camicie sullo stendino!



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