Dopo 112 anni dalla storica pubblicazione dell’editoriale scritto dal giornalista e scrittore francese Émile Zola in forma di lettera aperta al Presidente della Repubblica francese Félix Faure, pubblicato dal giornale socialista  L’Aurore il 13 gennaio 1898 e intotolato J’ accuse, oggi diamo voce a un’altro importante pezzo giornalistico di estremo spessore socio-politico :

Je déteste

Omino che alle 6.50 di mattina seghi l’ erba con il trattore sotto la finestra di camera mia, ti odio.
Latte ammuffito nel frigorifero, ti odio.
Umidità al 100%, ti odio.
Ires, ti odio.
Irap, ti odio.
Telefono che squilla, ti odio.
Tu, super abbronzato, ti odio.
Melita Tonion vestita da Wonder Woman, che con la voce da gallina e la lingua aRuciolata, sfracassi i maroni in giro per le strade di Roma, convinta di essere una strafiga, quando hai solo due grosse tette, ma di viso un  ti si pole proprio vedè, ti odio.
Postino che mi lasci in cassetta l’ avviso di raccomandata, ti odio.
Vicino di casa che parcheggi sul marciapiede, ti odio.
Temperatura indoor di casa mia che, meglio dell’ accellerazione di un BMW X6 ActiveHybrid, passi, in 3,5 secondi netti, da 24 a 29,5 gradi appena viene spento il condizionatore, ti odio.
Rotolino della calcolatrice che finisci, ti odio.
Gelataio che mi metti fredda e sottopressione mi fai scegliere sempre i soliti gusti, ti odio.
16 luglio, ti odio.
Gamba destra che con sto caldo a mezzanotte ti ritrovo gonfia come una zampogna, ti odio.
Gamba sinistra, pure.
Proroga al 05 di agosto, ti odio.
Collovati, ti odio.
Matrimonio nella giornata più calda dell’ estate, ti odio.

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